sabato 17 novembre 2007

Il Cielo di Bagdad

di Alessio Strazzullo



Cercherò di essere il più obiettivo possibile, anche se mi sarà difficile dato l’enorme piacere che provo nell’ascoltare questi ragazzi. A mio avviso rappresentano uno dei gruppi che più riescono ad evocare nell’ascoltatore immagini e temi non esprimibili con le sole parole. Evocativo è anche il loro nome scelto perché (cito dal loro sito): “In quei giorni cercavamo un nome con un orizzonte lontano, con una sua natura precisa, con dei contrasti interni… che ci ispirassero speranza, leggerezza, un cielo aperto dove potessero aleggiare suoni morbidi ed esplosioni rabbiose, ed eccolo qui il cielo di Bagdad…”

Giovanni Costanzo, Nicola Mottola e Luca Buscema, sono Il Cielo di Bagdad.

Come avete iniziato a lavorare insieme? Più che un vero è proprio racconto mi piacerebbe avere da voi una sorta di tour passante per i momenti e i luoghi che più hanno caratterizzato la vostra formazione.

Giovanni: Abbiamo iniziato a suonare nel 2003, siamo legati da sempre da una forte amicizia. Dopo una breve parentesi con il progetto “mezzaria” ci siamo rinchiusi in una vecchia stanza da letto e lì ci siamo addormentati incominciando un lungo sogno, non svegliateci!

Da estimatore dei Sigur Ròs ed Explosions in the sky colgo alcune scelte simili, sebbene siate comunque molto diversi da entrambi i gruppi. Come si arriva a fare Musica del genere? Da cosa traete ispirazione?

Nicola: Non crediamo alle formule magiche o a scale da interpretare, ma alla capacità di farsi ispirare dalle emozioni che vivono dentro ognuno di noi…lasciarsi trasportare verso paesaggi immaginari.

Ho sempre pensato che la forza di gruppi del genere fosse la capacità di cogliere lo stato di “alienazione" in cui sono abituati a vivere, dovuta a particolari situazioni ambientali o sociali (come può essere per gli islandesi Sigur Ròs, Mum ecc ecc). Quanto vivere a Napoli per voi è importante quando lavorate?

Luca: viviamo ad Aversa in provincia. La nostra terra in questo non ci aiuta molto. Si fanno sacrifici enormi per andare avanti e dedichiamo tantissimo tempo a questo progetto.
Appena possiamo scappiamo in campagna lontano dal frastuono della città.

Come vi rapportate all'ambiente musicale partenopeo? Cosa pensate del grande fermento musicale che esiste nella nostra città?

Nicola: il fermento partenopeo lo viviamo da lontano, con un certo distacco. Siamo lontani da stereotipi che si sono creati, nonostante ciò abbiamo incrociato molti progetti interessanti in città. Mentre ad Aversa ci sono gruppi validissimi come a new damage, i miriam in Siberia e gli iristea. Tutti progetti validissimi.

Ho saputo che a breve sarà pronto un nuovo lavoro discografico. Cosa potete dirmi a riguardo?

Nicola: Stiamo lavorando alla realizzazione di un nuovo disco che ha per titolo "Export for Malinconique", l'uscita è prevista per il prossimo inverno. Per ora possiamo dirti che abbiamo un'idea abbastanza precisa: otto pezzi al massimo. Un paio rimarranno fuori. A breve potrete seguire tutte le evoluzioni sul sito www.ilcielodibagdad.it.

L'ultima domanda potrebbe sembrare banale. E’ una domanda che solitamente evito di porre, ma sto scrivendo ascoltando i vostri lavori e mi viene spontaneo domandarvi:
Cos'è la musica per voi?

Giovanni: Capire cos'è la musica per noi...ci piacerebbe scoprirlo, qualcuno può aiutarci?

Consiglio vivamente a tutti di ascoltare i loro brani su www.ilcielodibagdad.it e di visitare il loro sito www.ilcielodibagdad.it.